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lunedì, novembre 09, 2009

Restauratori in lotta: ma tutto questo fa bene al nostro patrimonio culturale? « BRETELLALOG

leggete un po' di riflessioni del blog di bretella

Restauratori in lotta: ma tutto questo fa bene al nostro patrimonio culturale? « BRETELLALOG: "Restauratori in lotta: ma tutto questo fa bene al nostro patrimonio culturale?

Pubblicato da bretella su 2 Novembre, 2009

Lo so, il titolo è già di per sè un articolo, ma volevo attirare un po’ di attenzione. Quando ero tra i banchi universitari, una delle prime frasi in latinorum (brocardi) che ho imparato è stata la famosa (o famigerata) cui prodest? A chi giova? Ed è quello che mi viene da pensare quando leggo del mondo del restauro in rivolta contro un decreto applicativo delle “regole del gioco” che scontenta tanti professionisti, troppi…A chi giova questa situazione? Perchè non si riesce a trovare una soluzione valida per il maggior numero di “lavoratori” (e non dimentichiamolo quest’ultimo particolare..)? Io credo che il metodo adottato non sia del tutto valido, perchè spazza via dal mondo del restauro riconosciuto (quello che ti fa lavorare insomma..) una percentuale troppo alta di persone che finora vi hanno lavorato. Non mi piace il metodo adottato perchè i criteri sono nebulosi, perchè gli attestati dei lavori non sono certi sin dall’inizio della procedura di partecipazione, ma lo sono alla fine, quando “i giochi sono fatti”..Non mi piace perchè chi ha studiato engli ultimi anni lo ha fatto a proprie spese senza nessuna possibilità di riconoscimento formale. Non mi piace perchè alla fine questo pastrocchio sarà soltanto una tantum e chi c’è c’è…a chi tocca non si ingrugni(!). Non si può, non si deve avere paura di tornare sulle proprie posizioni: i criteri vanno rivisti, perchè va salvaguardato il lavoro dei tanti restauratori che rischiano di restare fuori dal riconosicmento ufficiale e perchè non si può rischiare di dar vita ad un procedimento che va contro le stesse regole comunitarie.

Chi ha la possibilità ci rifletta e dia un segno di disponibilità, almeno a dialogare per trovare una soluzione condivisa e valida. Altrimenti si rischia per l’ennesima volta di infliggere una ferita mortale al nostro patrimonio culturale, privato persino di ciò che ci invidia tutto il mondo: i nostri restauratori."

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