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sabato, gennaio 12, 2013

Incontro sul restauro. -- Firenze, 2013-02-16

inoltro il messaggio di Carlo Federici

Care amiche e cari amici,

 nel giugno scorso una mia allieva, Maria Cristina Babolin, ha discusso
presso l'Università Ca' Foscari di Venezia una tesi di laurea magistrale
in Storia e gestione del patrimonio archivistico e bibliografico; in
essa, tra l'altro, sono stati presi in esame i capitoli del bilancio di
previsione del competente Ministero dapprima della pubblica istruzione,
poi dei beni culturali per quanto riguarda la conservazione e il
restauro negli archivi e nelle biblioteche. Il periodo esaminato copre
quasi mezzo secolo e va dal 1965 (l'anno precedente l'alluvione
fiorentina) al 2011.

 La drammaticità del quadro che emerge da tale analisi lascia
sconcertati, né sarebbe corretto attribuire la responsabilità del crollo
verticale dei finanziamenti pubblici alla crisi economica che viviamo.
Tra 2002 e 2004 il capitolo delle Spese per restauro e legatura di
materiale bibliografico raro e di pregio passa da 2.200.000 a 700.000
euro con una riduzione di circa il 70%. Niente comunque a che vedere con
il 2011 allorché il medesimo capitolo viene finanziato con euro 164.875
e l'aliquota di riduzione giunge al 92%. Se ne dedurrebbe che, in dieci
anni, un miracolo ha sanato il patrimonio bibliografico italiano
eliminando, in buona sostanza, la necessità di interventi di restauro.

 Più complessa la situazione degli archivi poiché non esiste un capitolo
di spesa da utilizzare come specifico indicatore, anche se l'andamento
generale è perfettamente confrontabile.

 Tutto ciò è avvenuto nel disinteresse generale. Mentre l'assenza di
provvidenze nel campo della conservazione dei beni archeologici,
storico-artistici e architettonici ha sollevato le proteste di eminenti
personalità del mondo della cultura, nulla si è detto, e ancor meno si è
fatto, per libri e documenti.

 Qualche giorno prima di Natale, il Parlamento ha approvato la legge che
modifica radicalmente l'art. 182 del Codice dei beni culturali. Essa
consentirà a molti giovani i quali nel frattempo ne abbiano maturato i
requisiti di avere accesso alla professione di restauratore. Se da un
lato ciò costituisce un indubbio fattore positivo per un ambito che fa
del rinnovamento il motore principale della propria crescita, dall'altro
l'assenza di una concreta offerta di lavoro da parte della Pubblica
Amministrazione, stante l'inconsistenza del mercato privato, rischia di
frustrare sul nascere le aspirazioni di coloro che si apprestano a
entrare, finalmente a pieno titolo, nel mercato del lavoro nel nostro
settore.

 Ai problemi accennati sopra, oggettivamente drammatici, è
indispensabile dare soluzione a breve termine, pena altrimenti la
progressiva scomparsa di una professione che per secoli ha dato lustro
al nostro Paese. A questo scopo ho ritenuto di promuovere un incontro
tra restauratori pubblici e privati, archivisti, bibliotecari
comprendendo anche tutti coloro che, direttamente o meno, sono
interessati alla conservazione dei libri e dei documenti.

 L'amico e collega Padre Sisto Giacomini, che ringrazio fin d'ora, ha
reso disponibile una sala presso la Certosa di Firenze (via della
Certosa 1 - 50124 Firenze) per sabato 16 febbraio: i lavori avranno
inizio alle ore 10 e si protrarranno sino alle 13.30, con la possibilità
di continuare, ove necessario, anche nel pomeriggio. All'incontro
saranno invitati esponenti del mondo politico e dellamministrazione dei
beni culturali; il programma definitivo verrà reso noto al più presto.

 Tutti coloro che intendono partecipare all'incontro sono vivamente
sollecitati a iscriversi rispondendo al presente comunicato. I colleghi
che vogliono contribuire al dibattito sono pregati di inviare un breve
riassunto dei temi che gradirebbero trattare (5-10 righe) tenendo
presente che gli interventi dovranno essere contenuti in un tempo
massimo di 10 minuti.

 Ringrazio per la cortese attenzione e auguro a tutti un sereno e
fruttuoso 2013.

 Cordiali saluti

 Carlo Federici
cfederici_at_tin.it

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