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sabato, giugno 27, 2009
giovedì, giugno 11, 2009
Il Codice di Leonardo torna al ’500 - Milano
Il Codice di Leonardo torna al ’500 - Milano: "le carte usciranno dall’Ambrosiana e gli studiosi potranno esaminarle
le carte usciranno dall’Ambrosiana e gli studiosi potranno esaminarle
Il Codice di Leonardo torna al ’500
Terminata la «sfascicolatura» dei volumi. «I fogli singoli si conservano meglio»
Le benedettine di Viboldone al lavoro per la sfacicolatura del Codice
Le benedettine di Viboldone al lavoro per la sfacicolatura del Codice
MILANO — Da pochi giorni nel caveau della Biblioteca Ambrosiana di Milano le benedettine di Viboldone hanno terminato la sfascicolatura del Codice Atlantico di Leonardo. Dopo la notizia di presunte muffe di un paio d’anni fa, il lavoro delle suore è subito cominciato, svolgendosi sotto il controllo dell’Istituto Nazionale di Patologia del Libro, della Commissione Vinciana e con il sostegno delle analisi effettuate alla Sapienza di Roma. I prelievi alle carte hanno escluso aggressioni biologiche. La presenza di macchie nerastre, che fece il giro del mondo, rilevate in alcuni casi non sui disegni del Codice bensì sul supporto cartaceo esterno (che ha una quarantina d’anni), è stata attribuita a «ingenti quantitativi di mercurio».
Il Codice Atlantico è come se tornasse alla sua origine, agli anni di fine Cinquecento nei quali Pompeo Leoni, scultore prediletto di Filippo II di Spagna, riuscì a radunare una cinquantina di manoscritti vinciani che variavano dagli «in folio» ai piccoli taccuini d’appunti. Accanto ai volumi, a quaderni e brogliacci, l’artista possedeva anche circa duemila fogli isolati di varia grandezza, con disegni accurati e rifiniti insieme ad appunti frettolosi e disorganici, nonché a fogli riutilizzati in quanto già scritti da altri. Per dare unità fisica e omogeneità a questo materiale, Leoni lo fissò su due grossi album. In uno riunì i disegni artistici, compresi quelli di anatomia, corredandoli di didascalie; da questo volume, divenuto in seguito proprietà della Casa Reale d’Inghilterra, nel secolo XIX ciascun foglio fu staccato, numerato e montato singolarmente. Attualmente vengono citati come i «Fogli di Windsor», prendendo il nome dal castello reale ove sono conservati.
Una pagina del Codice Atlantico
Una pagina del Codice Atlantico
Nell’altro, invece, raccolse i disegni di macchine e note di vario argomento, prevalentemente di carattere meccanico e geometrico, costituendo il Codice Atlantico, che finì per una donazione in Ambrosiana. Lo stesso fu rubato nel mese di «fiorile» del 1796 da Napoleone (restituito a Milano dopo il 1815, per intervento di Canova) e dopo qualche soggiorno in tempo di guerra nel caveau della Cassa di Risparmio fu restaurato — questa è la penultima avventura — tra il 1962 e il 1972. In quell’occasione si scelse di dividerlo in 12 volumi. Pietro C. Marani, uno degli studiosi che ha seguito più da vicino la sistemazione del codice per incarico della Commissione Vinciana, insegna Storia dell’arte moderna al Politecnico di Milano ed è anche presidente dell’Ente Raccolta Vinciana. Dichiara: «La sfascicolatura dei quaderni in cui erano composti i 12 volumi consentirà una migliore conservazione dei fogli leonardeschi e, attraverso le mostre tematiche, la loro conoscenza e diffusione. Gli specialisti potremmo vederli direttamente e le carte non soffriranno per essere legate senza aria; si eviterà inoltre la formazione di polveri».
Marani sottolinea: «Non si potevano conservare 1.186 documenti di Leonardo che, dopo il restauro di mezzo secolo fa, erano montati su carta moderna: sfogliandoli si sottoponevano a piegatura e ad azione meccanica. Il tempo avrebbe compromesso il disegno originale e l’usura ne minava la conservazione. Inoltre si trattava di carte di diversa natura e quelle attuali rischiavano di trasmettere dei problemi a quelle originali». Carlo Pedretti, professore emerito a Los Angeles, direttore del Centro Studi leonardeschi dell’Università della California, saluta con gioia questa sfascicolatura: «Benvenuta! L’ho perorata dagli anni ’70, quando pubblicai il catalogo a New York del Codice Atlantico e diedi di ogni foglio una scheda. Si sarebbe dovuta fare un’operazione come quella di Windsor, invece si compressero le carte in quei 12 volumi correndo notevoli rischi. Anche Federico Zeri si trovò d’accordo con me nel rifiutare quel restauro».
Esame di una pagina del Codice
Esame di una pagina del Codice
Monsignor Franco Buzzi, l’attuale prefetto della Biblioteca Ambrosiana, tira un sospiro di sollievo a lavoro finito e confida: «La ricollocazione del Codice Atlantico foglio per foglio ci darà modo di favorirne la fruizione integrale a partire dalle prossime esposizioni. Tra pochi giorni daremo l’annuncio ufficiale alla stampa italiana e internazionale dei risultati raggiunti, nonché delle iniziative progettate; per ora posso soltanto dire che si svolgeranno alla Biblioteca Ambrosiana e nella Sacrestia Monumentale del Bramante, in Santa Maria delle Grazie». Da queste parole si può dedurre che il Codice Atlantico uscirà dall’Ambrosiana e comincerà a farsi conoscere direttamente. Le domande si moltiplicano. Quali sistemi di sicurezza, quali programmi? Del resto, qualunque frammento di Leonardo ha un valore immenso e dopo gli interessi di Bill Gates — e il successo del polpettone Il codice da Vinci — si è ricreata una febbre intorno anche alla più piccola reliquia, giacché decine di miliardari in tutto il mondo sarebbero disposti, pur di averla, a sborsare cifre impensabili. Anche in tempi di crisi.
Armando Torno
11 giugno 2009
le carte usciranno dall’Ambrosiana e gli studiosi potranno esaminarle
Il Codice di Leonardo torna al ’500
Terminata la «sfascicolatura» dei volumi. «I fogli singoli si conservano meglio»
Le benedettine di Viboldone al lavoro per la sfacicolatura del Codice
Le benedettine di Viboldone al lavoro per la sfacicolatura del Codice
MILANO — Da pochi giorni nel caveau della Biblioteca Ambrosiana di Milano le benedettine di Viboldone hanno terminato la sfascicolatura del Codice Atlantico di Leonardo. Dopo la notizia di presunte muffe di un paio d’anni fa, il lavoro delle suore è subito cominciato, svolgendosi sotto il controllo dell’Istituto Nazionale di Patologia del Libro, della Commissione Vinciana e con il sostegno delle analisi effettuate alla Sapienza di Roma. I prelievi alle carte hanno escluso aggressioni biologiche. La presenza di macchie nerastre, che fece il giro del mondo, rilevate in alcuni casi non sui disegni del Codice bensì sul supporto cartaceo esterno (che ha una quarantina d’anni), è stata attribuita a «ingenti quantitativi di mercurio».
Il Codice Atlantico è come se tornasse alla sua origine, agli anni di fine Cinquecento nei quali Pompeo Leoni, scultore prediletto di Filippo II di Spagna, riuscì a radunare una cinquantina di manoscritti vinciani che variavano dagli «in folio» ai piccoli taccuini d’appunti. Accanto ai volumi, a quaderni e brogliacci, l’artista possedeva anche circa duemila fogli isolati di varia grandezza, con disegni accurati e rifiniti insieme ad appunti frettolosi e disorganici, nonché a fogli riutilizzati in quanto già scritti da altri. Per dare unità fisica e omogeneità a questo materiale, Leoni lo fissò su due grossi album. In uno riunì i disegni artistici, compresi quelli di anatomia, corredandoli di didascalie; da questo volume, divenuto in seguito proprietà della Casa Reale d’Inghilterra, nel secolo XIX ciascun foglio fu staccato, numerato e montato singolarmente. Attualmente vengono citati come i «Fogli di Windsor», prendendo il nome dal castello reale ove sono conservati.
Una pagina del Codice Atlantico
Una pagina del Codice Atlantico
Nell’altro, invece, raccolse i disegni di macchine e note di vario argomento, prevalentemente di carattere meccanico e geometrico, costituendo il Codice Atlantico, che finì per una donazione in Ambrosiana. Lo stesso fu rubato nel mese di «fiorile» del 1796 da Napoleone (restituito a Milano dopo il 1815, per intervento di Canova) e dopo qualche soggiorno in tempo di guerra nel caveau della Cassa di Risparmio fu restaurato — questa è la penultima avventura — tra il 1962 e il 1972. In quell’occasione si scelse di dividerlo in 12 volumi. Pietro C. Marani, uno degli studiosi che ha seguito più da vicino la sistemazione del codice per incarico della Commissione Vinciana, insegna Storia dell’arte moderna al Politecnico di Milano ed è anche presidente dell’Ente Raccolta Vinciana. Dichiara: «La sfascicolatura dei quaderni in cui erano composti i 12 volumi consentirà una migliore conservazione dei fogli leonardeschi e, attraverso le mostre tematiche, la loro conoscenza e diffusione. Gli specialisti potremmo vederli direttamente e le carte non soffriranno per essere legate senza aria; si eviterà inoltre la formazione di polveri».
Marani sottolinea: «Non si potevano conservare 1.186 documenti di Leonardo che, dopo il restauro di mezzo secolo fa, erano montati su carta moderna: sfogliandoli si sottoponevano a piegatura e ad azione meccanica. Il tempo avrebbe compromesso il disegno originale e l’usura ne minava la conservazione. Inoltre si trattava di carte di diversa natura e quelle attuali rischiavano di trasmettere dei problemi a quelle originali». Carlo Pedretti, professore emerito a Los Angeles, direttore del Centro Studi leonardeschi dell’Università della California, saluta con gioia questa sfascicolatura: «Benvenuta! L’ho perorata dagli anni ’70, quando pubblicai il catalogo a New York del Codice Atlantico e diedi di ogni foglio una scheda. Si sarebbe dovuta fare un’operazione come quella di Windsor, invece si compressero le carte in quei 12 volumi correndo notevoli rischi. Anche Federico Zeri si trovò d’accordo con me nel rifiutare quel restauro».
Esame di una pagina del Codice
Esame di una pagina del Codice
Monsignor Franco Buzzi, l’attuale prefetto della Biblioteca Ambrosiana, tira un sospiro di sollievo a lavoro finito e confida: «La ricollocazione del Codice Atlantico foglio per foglio ci darà modo di favorirne la fruizione integrale a partire dalle prossime esposizioni. Tra pochi giorni daremo l’annuncio ufficiale alla stampa italiana e internazionale dei risultati raggiunti, nonché delle iniziative progettate; per ora posso soltanto dire che si svolgeranno alla Biblioteca Ambrosiana e nella Sacrestia Monumentale del Bramante, in Santa Maria delle Grazie». Da queste parole si può dedurre che il Codice Atlantico uscirà dall’Ambrosiana e comincerà a farsi conoscere direttamente. Le domande si moltiplicano. Quali sistemi di sicurezza, quali programmi? Del resto, qualunque frammento di Leonardo ha un valore immenso e dopo gli interessi di Bill Gates — e il successo del polpettone Il codice da Vinci — si è ricreata una febbre intorno anche alla più piccola reliquia, giacché decine di miliardari in tutto il mondo sarebbero disposti, pur di averla, a sborsare cifre impensabili. Anche in tempi di crisi.
Armando Torno
11 giugno 2009
lunedì, giugno 08, 2009
Conservation of the Codex Sinaiticus Seminar Centre for Conservation, British Library Wednesday 8 July 2009 9:30-16:30
Conservation of the Codex Sinaiticus Seminar
Centre for Conservation, British Library
Wednesday 8 July 2009
9:30-16:30
Price: UKP55 (inc. VAT) Spaces are limited. Advanced booking
essential.
Following the Codex Sinaiticus Conference (6-7 July 2009) to
celebrate the virtual re-unification of all extant leaves of the
iconic manuscript, the British Library is hosting a seminar on the
Conservation of the Codex Sinaiticus.
The seminar on 8 July, 2009 will summarise the conservation work
done on the Codex Sinaiticus by the four partner institutions:
British Library, National Library of Russia, St Catherine's
Monastery and Leipzig University Library.
Speakers include:
Helen Shenton, Juan Garces, Barry Knight, Sara Mazzarino, Gavin
Moorhead, Flavio Marzo,
British Library
Rene Larsen, Rector, School of Conservation
The Royal Danish Academy of Fine
Arts
Professor Nicholas Pickwoad
University of the Arts London
Professor Ulrich Schneider, Ute Feller and Sophie Manns
Leipzig University
Library
Full programme and registration is available at:
<http://www.bl.uk/aboutus/stratpolprog/ccare/events/codex/index.html>
Centre for Conservation, British Library
Wednesday 8 July 2009
9:30-16:30
Price: UKP55 (inc. VAT) Spaces are limited. Advanced booking
essential.
Following the Codex Sinaiticus Conference (6-7 July 2009) to
celebrate the virtual re-unification of all extant leaves of the
iconic manuscript, the British Library is hosting a seminar on the
Conservation of the Codex Sinaiticus.
The seminar on 8 July, 2009 will summarise the conservation work
done on the Codex Sinaiticus by the four partner institutions:
British Library, National Library of Russia, St Catherine's
Monastery and Leipzig University Library.
Speakers include:
Helen Shenton, Juan Garces, Barry Knight, Sara Mazzarino, Gavin
Moorhead, Flavio Marzo,
British Library
Rene Larsen, Rector, School of Conservation
The Royal Danish Academy of Fine
Arts
Professor Nicholas Pickwoad
University of the Arts London
Professor Ulrich Schneider, Ute Feller and Sophie Manns
Leipzig University
Library
Full programme and registration is available at:
<http://www.bl.uk/aboutus/stratpolprog/ccare/events/codex/index.html>
mercoledì, giugno 03, 2009
Sassuolo 2000 (quotidiano online di Sassuolo - Modena) - II^ Giornata Nazionale per lo studio multidisciplinare dei manoscritti miniati
Sassuolo 2000 (quotidiano online di Sassuolo - Modena) - II^ Giornata Nazionale per lo studio multidisciplinare dei manoscritti miniati
II^ Giornata Nazionale per lo studio multidisciplinare dei manoscritti miniati
Inserito il 03-06-2009 ~ 10:30 da Redazione
Appuntamenti
Modena - La diagnosi scientifica accorre al capezzale della conservazione dei beni culturali e in particolare della salvaguardia dei codici miniati. Di questo e delle moderne tecniche di analisi che precedono e guidano gli interventi e la corretta conservazione delle opere d’arte si parlerà nel corso della II Giornata Nazionale per lo studio multidisciplinare dei manoscritti miniati, che si svilupperà quest’anno attorno al grande tema de “Codici Miniati: Conservazione e Restauro”.
La giornata, che si pone come un ponte tra gli storici della miniatura e gli esperti nel campo della diagnostica, è organizzata dal Dipartimento di Chimica dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia col patrocinio del CUBE – Centro di Ricerca Applicata ai Beni Culturali e la collaborazione della Biblioteca Estense Universitaria di Modena, del Comune di Modena e delle Università di Parma, del Piemonte Orientale e di Salerno.
“Il convegno – spiega il prof. Pietro Baraldi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e responsabile del CUBE - intende fornire un panorama delle metodologie attualmente più in uso per la conservazione e il restauro dei codici manoscritti, in particolare quelli miniati. Verranno presi in esame gli ultimi metodi diagnostici non distruttivi nello studio delle opere miniate, come la nostra Bibbia di Borso d’Este”.
L’appuntamento è venerdì 5 giugno 2009 alle ore 9.00 nell’Aula Magna della facoltà di Lettere e Filosofia (Largo Sant’Eufemia 5) a Modena, dove si confronteranno molti dei maggiori studiosi che si occupano di restauro, storici dell’arte e scienziati competenti nel campo della diagnostica.
Nel corso di questa giornata si parlerà delle procedure oggi adottate al fine di prolungare la vita dei codici il più a lungo possibile mediante il controllo periodico del loro stato di salute, la conservazione in ambiente idoneo quanto a illuminazione, umidità e temperatura. Verranno posti in evidenza i problemi di alterazione che le miniature e gli inchiostri possono subire. Alcune relazioni verteranno sul recupero di materiale antico, come quello della Biblioteca Universitaria di Torino dopo l’incendio del 1904, che distrusse o danneggiò metà dei manoscritti, ma anche di parti preziose e giudicate in antico di alto valore, che vennero in qualche modo inserite come intarsi in opere più recenti. Verranno mostrati anche alcuni casi di intervento di restauro, soprattutto sulle coperte, che sono una parte integrante dei codici manoscritti e possono rivelare dettagli interessanti sulla storia delle opere.
Tra gli interventi in programma: “L’iniziale ritagliata” di Giusi Zanichelli (Univ. di Salerno); “Fenomeni di alterazione di miniature” di Maurizio Aceto (Univ. Piemonte Orientale); “I codici riassemblati” di Angelo Bernasconi e Francesca Marchetti (Univ. di Bologna); “Ultime novità nella diagnostica” di Angelo Maria Giaccaria (Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino); “Casi di alterazioni di codici miniati” di Pietro Baraldi (Univ. di Modena e Reggio Emilia); “La coperta ricamata del libro d’ore di Modena. Esperienza di restauro” di Angela Lusvarghi e Ivana Marchetti (Restauro Tessile di Albinea); “Il degrado digli inchiostri” di Marina Bicchieri (Istituto Centrale Restauro e Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario); “Metodologie e procedure per la conservazione dei codici manoscritti” di Milena Ricci (Biblioteca Estense Universitaria di Modena) e “Evidenze di alterazione di codici liturgici ” di Simona Rinaldi (Univ. della Tuscia).
Per informazioni contattare il dott. Maurizio Aceto: tel. 0131 360265; e-mail.
II^ Giornata Nazionale per lo studio multidisciplinare dei manoscritti miniati
Inserito il 03-06-2009 ~ 10:30 da Redazione
Appuntamenti
Modena - La diagnosi scientifica accorre al capezzale della conservazione dei beni culturali e in particolare della salvaguardia dei codici miniati. Di questo e delle moderne tecniche di analisi che precedono e guidano gli interventi e la corretta conservazione delle opere d’arte si parlerà nel corso della II Giornata Nazionale per lo studio multidisciplinare dei manoscritti miniati, che si svilupperà quest’anno attorno al grande tema de “Codici Miniati: Conservazione e Restauro”.
La giornata, che si pone come un ponte tra gli storici della miniatura e gli esperti nel campo della diagnostica, è organizzata dal Dipartimento di Chimica dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia col patrocinio del CUBE – Centro di Ricerca Applicata ai Beni Culturali e la collaborazione della Biblioteca Estense Universitaria di Modena, del Comune di Modena e delle Università di Parma, del Piemonte Orientale e di Salerno.
“Il convegno – spiega il prof. Pietro Baraldi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e responsabile del CUBE - intende fornire un panorama delle metodologie attualmente più in uso per la conservazione e il restauro dei codici manoscritti, in particolare quelli miniati. Verranno presi in esame gli ultimi metodi diagnostici non distruttivi nello studio delle opere miniate, come la nostra Bibbia di Borso d’Este”.
L’appuntamento è venerdì 5 giugno 2009 alle ore 9.00 nell’Aula Magna della facoltà di Lettere e Filosofia (Largo Sant’Eufemia 5) a Modena, dove si confronteranno molti dei maggiori studiosi che si occupano di restauro, storici dell’arte e scienziati competenti nel campo della diagnostica.
Nel corso di questa giornata si parlerà delle procedure oggi adottate al fine di prolungare la vita dei codici il più a lungo possibile mediante il controllo periodico del loro stato di salute, la conservazione in ambiente idoneo quanto a illuminazione, umidità e temperatura. Verranno posti in evidenza i problemi di alterazione che le miniature e gli inchiostri possono subire. Alcune relazioni verteranno sul recupero di materiale antico, come quello della Biblioteca Universitaria di Torino dopo l’incendio del 1904, che distrusse o danneggiò metà dei manoscritti, ma anche di parti preziose e giudicate in antico di alto valore, che vennero in qualche modo inserite come intarsi in opere più recenti. Verranno mostrati anche alcuni casi di intervento di restauro, soprattutto sulle coperte, che sono una parte integrante dei codici manoscritti e possono rivelare dettagli interessanti sulla storia delle opere.
Tra gli interventi in programma: “L’iniziale ritagliata” di Giusi Zanichelli (Univ. di Salerno); “Fenomeni di alterazione di miniature” di Maurizio Aceto (Univ. Piemonte Orientale); “I codici riassemblati” di Angelo Bernasconi e Francesca Marchetti (Univ. di Bologna); “Ultime novità nella diagnostica” di Angelo Maria Giaccaria (Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino); “Casi di alterazioni di codici miniati” di Pietro Baraldi (Univ. di Modena e Reggio Emilia); “La coperta ricamata del libro d’ore di Modena. Esperienza di restauro” di Angela Lusvarghi e Ivana Marchetti (Restauro Tessile di Albinea); “Il degrado digli inchiostri” di Marina Bicchieri (Istituto Centrale Restauro e Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario); “Metodologie e procedure per la conservazione dei codici manoscritti” di Milena Ricci (Biblioteca Estense Universitaria di Modena) e “Evidenze di alterazione di codici liturgici ” di Simona Rinaldi (Univ. della Tuscia).
Per informazioni contattare il dott. Maurizio Aceto: tel. 0131 360265; e-mail.
martedì, giugno 02, 2009
After long obscurity, it's prime time for China's "book doctors"_English_Xinhua
After long obscurity, it's prime time for China's "book doctors"_English_Xinhua
niente non c'è che dire tutto il modo è paese!
niente non c'è che dire tutto il modo è paese!
The Vespiary Book Binding & Book Conservation » adroit, adj. - possessing address or readiness of resource, either bodily or mental.
The Vespiary Book Binding & Book Conservation » adroit, adj. - possessing address or readiness of resource, either bodily or mental.
un video di restauratori cinesi e anche loro si lamentano del fatto di essere troppo pochi ! e restaurano 2000 volumi l'anno !
un video di restauratori cinesi e anche loro si lamentano del fatto di essere troppo pochi ! e restaurano 2000 volumi l'anno !
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